Le considerazioni di Mikael Scheuer, gola profonda della CIA, a proposito della strategia di bin Laden e dell'uso di Internet.
“Osama bin Laden e’ un guerriero geniale, uno stratega di prima classe. Paziente, eloquente e saggio, negli ultimi anni ha dimostrato di possedere doti manageriali ed imprenditoriali fuori dal comune. Definirlo un mero terrorista e’ stato e continua ad essere un gravissimo errore poiché bin Laden e’ innanzitutto un uomo di parola e quindi un nemico degno di rispetto.” Chi parla non e’ Al Zwahiri, il luogotenente di Osama, ma l’ultima gola profonda americana, emersa dai corridoi dell’intelligence statunitense. Autore anonimo di due libri rivelatori: Through Our Enemies Eyes e Imperial Hubris, che denunciano l’abissale inefficienza dei centri di potere americano nel comprendere e combattere il fenomeno Al Qaeda, Mike, come si fa chiamare, non nega né conferma la sua identità. “Sono ancora un impegnato della CIA” quasi si scusa, “ecco perché non sono autorizzato ad uscire dall’anonimato.” Ma già nel gennaio del 2003, pochi mesi dopo la pubblicazione del suo primo libro, a Washington si sussurrava il suo nome: Michael Scheuer, direttore dal 1995 al 1999 della sezione ‘Osama’ della CIA, l’unità investigativa dedicata esclusivamente alla studio del terrore islamico. Through Our Enemies Eyes nasce infatti nel 1999 come un manuale di lavoro, “scritto per spiegare ai vertici politici la vera natura del fenomeno Al Qaeda” rivela Mike. Il libro descrive dettagliatamente l’evoluzione del terrorismo islamico dalla guerra in Afghanistan degli anni ’80 fino alla vigilia dell’11 settembre. Obiettivo, lucido, onesto, e a volte anche spietato, il testo mette a nudo le pesanti responsabilità dell’occidente, e in particolare della politica estera USA in medio oriente, nei confronti del fenomeno Al Qaeda. [...]
Acclamata dai dissidenti sauditi e da molti esperti internazionali di terrorismo, l’analisi di Scheur non ha però avuto alcun impatto sulla Casa Bianca che ha preferito seguire una strategia, a detta dalla sezione ‘Osama’, controproducente alla guerra al terrore.
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